Il romanzo storico è una tipologia di opera narrativa caratterizzata da un’ambientazione nel passato, appunto in un determinato periodo storico (per convenzione si intende come storico un evento risalente ad almeno cinquanta anni precedenti al momento in cui si scrive). Scopo del romanzo storico è far rivivere in maniera fedele e dettagliata l’atmosfera, le abitudini, lo stile di vita dell’epoca, attraverso l’unione di eventi storici, cioè realmente accaduti, ed elementi di fiction vera e propria. Si tratta, pertanto, di un genere letterario misto, che mescola vicissitudini reali, per cui è infatti fondamentale svolgere un gran lavoro di ricognizione e documentazione storica, con aspetti letterari di finzione, di invenzione dell’autore, che devono comunque risultare il più possibile verosimili.
Caratteristiche e stile
Il romanzo storico è caratterizzato da lunghe e minuziose digressioni descrittive dei luoghi, dei paesaggi, degli scenari e di tutti i dettagli che popolano il quadro dell’azione, necessari a garantire la totale immersione nel clima dell’epoca che si vuole descrivere. Anche il linguaggio scelto dall’autore e lo stile letterario adottato devono adeguarsi all’ambientazione storica, motivo per cui risultano molto spesso particolarmente aulici, distanti dal parlato e dalle espressioni del quotidiano.
Origine e sviluppo
Il ricorso a elementi di carattere storico nelle opere narrative si può dire che sia sempre stato presente, ma il romanzo storico per come lo conosciamo oggi trova la sua massima espressione nell’Ottocento, in pieno romanticismo. In questo periodo, infatti, si fa più forte l’attenzione per la storia, anche in virtù dei forti sentimenti nazionalistici che portano a rivalutare il passato e la grandezza delle imprese eroiche dei popoli, unita alla convinzione che esista un legame di profondo impatto tra il corso universale degli eventi e la vita di ogni singolo individuo, condizionata da tutto ciò che succede a livello globale.
La diffusione del romanzo storico
Il genere letterario del romanzo storico è inaugurato nel 1814 con la pubblicazione di “Waverly” di Walter Scott, ambientato ai tempi della rivoluzione giacobina, seguito da “Rob Roy” (1818) e “Ivanhoe” (1819). Si conviene nell’attribuire allo scrittore scozzese il ruolo di padre fondatore di questo genere letterario dal momento che, come ben analizzato dal filosofo ungherese György Lukács, Scott sembra essere il primo scrittore a ribaltare totalmente la funzione dell’aspetto storico, che non funge più da semplice cornice narrativa, ma diventa l’elemento chiave dell’opera. Il romanzo storico conosce quindi un’enorme fortuna in Inghilterra, ma subito dopo prende piede anche in Francia, principalmente grazie alla figura di Alexandre Dumas, estimatore di Scott e prolifico autore. Tra le sue produzioni più rilevanti ricordiamo la trilogia che prende avvio da “I tre moschettieri” (1844) – seguito da “Vent’anni dopo” (1845) e “Il visconte di Bragelonne (1848) –, il ciclo degli ultimi Vallois – composto da “La Regina Margot” (1845), “La dama di Monsoreau” (1846) e “I Quarantacinque” (1847) – e i testi dedicati al periodo della Rivoluzione francese – “Giuseppe Balsamo” (1848), “La collana della regina” (1850), “Ange Pitou” (1851), “La contessa di Charny” (1855), “Il cavaliere di Maison-Rouge” (1845-46).
È obbligatoria, inoltre, una menzione d’onore anche per il capolavoro “La Certosa di Parma” (1839) di Stendhal – già autore dell’acclamato romanzo “Il rosso e il nero” – e per le opere di Victor Hugo, come “Notre-Dame de Paris” (1831) e “I miserabili” (1862), le quali però vanno oltre la definizione di romanzo storico vero e proprio e sanciscono il passaggio a un nuovo genere letterario di stampo sociale.
Il romanzo storico italiano per eccellenza: “I promessi sposi”
L’Italia può invece vantare la paternità del romanzo storico più noto di tutti i tempi, caposaldo della letteratura italiana, “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni, pubblicato nel 1827. Manzoni, seguendo anche per certi versi le orme di Scott, mette in scena una varietà di personaggi – alcuni di essi anche realmente esistiti, tra i quali il cardinale Borromeo o Gertrude, la monaca di Monza – che ruotano intorno non solo all’intricata vicenda amorosa di Renzo e Lucia, ma anche agli eventi storici, dalla carestia del 1628, alla peste del 1630, che colpì in particolare il settentrione, passando per l’invasione dei Lanzichenecchi pronti alla conquista di Mantova.
I romanzi storici più amati di tutti i tempi
Di romanzi storici ce ne sono per tutti i gusti, dal momento che il bacino da cui attingere è ampio e ricco di contenuti, ma i romanzi storici di maggior successo sono tutti accomunati dalla sapienza con cui l’elemento storico è accostato a vicende narrative dal fascino senza tempo, tra questi ritroviamo:
- “La lettera scarlatta” (1850), di Nathaniel Hawthorne, il racconto della severa mentalità puritana di cui il New England era intriso nel XVII secolo;
- “Salambò” (1862), di Gustave Flaubert, ambientato nella Cartagine del III secolo a. C., a seguito della prima guerra punica, incentrato sulle vicende della giovane sacerdotessa da cui prende il nome;
- “I viceré” (1894), di Federico de Roberto, la storia dei nobili catanesi discendenti dai viceré spagnoli all’epoca del Risorgimento;
- “Memorie di Adriano (1951), di Marguerite Yourcenar, una lunga lettera dell’imperatore Adriano a Marco Aurelio, che ricostruisce, attraverso l’inedito utilizzo della forma epistolare applicata al romanzo storico, il pensiero e il governo dell’imperatore;
- “Il Gattopardo” (1958), di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, la descrizione politica e sociale della fine di un’epoca attraverso il racconto delle vicende di una famiglia nobile nella Sicilia alle porte dell’unità d’Italia.
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